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Trota Fario

Natura - Fauna

Trota FarioLa trota Fario (Salmo trutta forma Fario) è autoctona della regione alpina ed appenninica settentrionale ma in seguito a ripopolamenti effettuati senza attenzione, al giorno d'oggi la si può trovare un po' ovunque in Italia e in tutta Europa.
Abita acque veloci e torrentizie, limpide , fredde e ben ossigenate dei torrenti di montagna.

Il corpo della trota Fario è allungato, compresso ai fianchi, con testa robusta e ampia bocca (più sviluppata nel maschio), dotata di forti denti. Negli esemplari adulti la mascella inferiore è più lunga e forma nei maschi il così detto "becco". Gli occhi sono neri bordati di giallo, le pinne sono robuste.
La livrea è estremamente variabile per mimetizzarsi con l'ambiente circostante: il dorso va dal bruno al grigio argenteo, i fianchi sono grigio-giallastri, il ventre tende al bianco-giallo chiaro. Tipiche sono le chiazze rotonde nere sul dorso e soprattutto quelle rosso vivo (o brune) sui fianchi, disposte ordinatamente in orizzontale. Le pinne pettorali e ventrali sono giallastre, le altre tendenti al grigio.
La lunghezza varia a seconda delle acque in cui vive. Dai 30cm scarsi e 3 hg di peso nei piccoli ruscelli montani, fino anche ai 5-7 kg nei torrenti più grossi e nei laghi.

La Fario, di indole piuttosto timida e sospettosa tende a difendere molto energicamente il posto di caccia, rifugge dalla luce forte e per questo è sempre alla ricerca di zone riparate dal sole. In inverno vive solitamente sotto le cascate ed i piccoli salti, con il muso rivolto verso la corrente in caccia di prede. Nei mesi estivi sta a pelo d'acqua per cibarsi di insetti che galleggiano sulla superficie dell'acqua. Facile vederle scappare alla velocità di 20 km/h avvicinandosi ad un torrente.
Si alimenta soprattutto di vermi, insetti, crostacei e, in età adulta, anche di pesciolini.

Tra tutti i salmonidi è il più apprezzato dai pescatori. Viene catturata soprattutto da pescatori sportivi con la tecnica della pesca al tocco, della pesca a mosca e della pesca a spinning. Ad inizio stagione, quando la portata d'acqua dei torrenti è ancora scarsa e con le temperature rigide, la ricerca della Fario è del tutto sconsigliata. Infatti, il freddo inibisce le trote riducendo notevolmente il loro appetito. Per tutto l'inverno, dunque, la Fario resta intanata tra i sassi e le radici, poi con l'inizio della stagione primaverile, riprende l'attività. È una preda apprezzata, inoltre, per la sua sospettosità e scaltrezza, che richiedono un'attenzione massima sia nell'azione di pesca che nell'avvicinamento al luogo dove la pesca verrà effettuata. Oltre alla pesca con gli artificiali la trota Fario si pesca soprattutto con le esche naturali. La trota è un predatore, di conseguenza si cattura con le camole del miele, della farina, della tipula, con il verme di terra, il verme di acqua dolce e in particolar modo con il pesce morto o vivo di acqua dolce e anche di mare, che non deve superare i 5 cm di lunghezza in modo che possa essere innescato sull'amo più facilmente.

Le carni sono assai apprezzate, senza dubbio le migliori tra quelle dei pesci d'acqua dolce italiani.

 

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