La Pasquarella
Folclore |
Se ci si trova nell'Alta Valle del Velino nel periodo tra il 2 e il 5 gennaio, anche se piove o nevica, sarà facile imbattersi nei Pasquarellari: gruppi di persone, giovani e meno giovani, armati di organetto, ciaramelle e tamburello e vestiti col costume tradizionale da antichi pastori con scarponi, gambali di lana, pelli di pecora, pantaloni di velluto, camicie di flanella e mantella. I Pasquarellari girano di casa in casa intonando antichi canti che sono stati tramandati di generazione in generazione, annunciando l'avvenuta nascita di Bambin Gesù e commemorando la venuta del Messia. Ad ogni casa i cantori si uniscono agli abitanti cantando e pasteggiando accompagnati da numerosi brindisi per poi essere ringraziati ricevendo in dono cibo e buon vino. Alla fine della Pasquarella questi doni saranno utilizzati per organizzare cene e feste a cui tutti sono invitati. L'origine della Pasquarella si perde nel tempo. Probabilmente è una rappresentazione dei pastorelli del presepe che vanno annunciando la nascita di Gesù anticipando l'arrivo dei Re Magi. Quel che sembra certo è che questa usanza ha origine nel centro Italia ed è molto radicata nella zona dell'Alta Valle del Velino. Ovviamente, dato il periodo in cui si svolge, il nome Pasquarella non ha nulla a che vedere con la Pasqua di Resurrezione, ma prende questo nome dal significato della parola pasqua intesa come annunciazione della buona novella, gioia e felicità. La Pasquarella è dunque un momento allegro di festa portata direttamente in ogni abitazione dove magari si ha l'occasione di allietare anche chi un Natale felice non ha potuto avere. I canti della Pasquarella nascono come lodi sacre ma oggi si sono arricchite di appendici a volte anche profane e grottesche, ma mai offensive o volgari. Va dato merito agli allegri e volenterosi pasquarellari di tenere viva con dedizione questa usanza antichissima che aggiunge un momento in più di festeggiamento alle festività natalizie.
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