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prova - I reperti - Primo percorso

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Le strade e i Romani
Come erano costruite le strade romane
Storia della Via Salaria
La Salaria e l'Alta Valle del Velino
I reperti nell'Alta Valle del Velino
I reperti - Primo percorso
I reperti - Secondo percorso
I reperti - Terzo percorso
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I reperti - Primo percorso

Arrivati al km 105,1 della SS.4 Salaria, si entra nella strada in disuso alla destra della nuova galleria, indicata dal cartello turistico; è in questo tratto che sono i reperti di maggiore interesse. Si tratta di una valle dal suggestivo effetto scenografico, dove le alte montagne cadono a strapiombo sul letto del fiume.
La Salaria passava sulla destra del fiume costeggiando la montagna ad un'altezza media di 50 metri circa dall'attuale piano stradale. Se ne intuisce il tracciato e ci si impressiona a immaginare come doveva essere il passaggio su quei precipizi con carri e cavalli.

Rupe con incisioneIncasso per lapide
1)
Dall'imbocco della strada si percorrono 400 metri e sulla sinistra si scorge la prima grande tagliata di roccia.
Si tratta di una parete perfettamente perpendicolare scolpita a mano di ben 30 metri di altezza e 20 di lunghezza. Al centro è visibile un incasso rettangolare di 1,15x1,85 mt con 9 fori laterali che servivano per trattenere una lapide e 3 più grandi che probabilmente reggevanoMuro di sostegno una mensola. La lapide, andata perduta, commemorava presumibilmente i lavori di manutenzione della via. Al fianco di questo incasso c'è una nicchia con timpano di notevoli proporzioni che doveva ospitare l'immagine di una divinità a protezione dei passanti. Sotto la parete la strada si allargava in un piazzale di circa 7 metri sorretto a valle da un imponente muraglione in opera poligonale, di cui oggi ne sono visibili una dozzina di metri, composto da massi enormi perfettamente combacianti. L'opera è stata inizialmente collocata in età augustea, ma studi più recenti la pongono in età più antica, intorno al II secolo a.C. L'eccezionale larghezza della strada e la grandiosità del luogo indicano che questo punto della via Salaria era particolare e infatti corrisponde al 69 miglio, ovvero la metà dell'intero tragitto da Roma al mare Adriatico.


Il miglio2) Qui infatti fu anche rinvenuta la pietra miliare indicante il LXIX miglio. Percorrendo altri 200 metri circa si arriva al cosiddetto Masso dell'Orso dove questa fu collocata dopo il ritrovamento. La pietra di forma cilindrica poggia su di una base quadrata larga quasi un metro e l'altezza totale del cippo miliare è di 2,30 metri. Le misure eccezionali stanno proprio a evidenziare la grandiosità del luogo. Sulla pietra era riportata una incisione oggi indecifrabile:

IMP. CAESAR. DIVI F. – AUGUSTUS (COS. XI).
 TRIB (U. POTEST. VIII. EX. S. C.) LXVIIII.

Interpretabile come commemorazione dei lavori fatti eseguire dall'Imperatore Augusto o dell'apposizione della colonna stessa.

Muraglione in due tronchi3) Proseguendo per altri 400 metri si giunge ad un altro piazzale dove alla sinistra si vede l'altro bellissimo tratto della via rimasto intatto e ben conservato. Si tratta di un muraglione grandioso, in pietre poligonali gigantesche, lungo circa 38 metri e alto quasi 5. Il muraglione è diviso in due tronconi sorretti da recenti opere di sostegno e conservazione. Salendovi sopra ci si rende veramente conto di come la strada era costruita e si ammirano dei particolari importantissimi: i muraglioni misurano 2 m e sono ancora ben riconoscibili il gremium e lo statumen, conservatisi praticamente intatti come in nessun altro resto di questo tratto della via. Particolare manto stradaleSopra al muraglione vi è, ben visibile, un'altra grande tagliata di roccia.
 Questo punto è detto Strambo del Paladino poiché la leggenda vuole che il paladino carolingio vi avesse costruito uno scrigno per il suo tesoro, mentre due cavità presenti nelle tagliate, poste circa ad un chilometro di distanza l'una dall'altra, vengono identificate con le orme impresse da Orlando, quando si chinava a bere le acque del Velino.

4) Proseguendo per altri 200 metri si giunge alla fine della strada dismessa. Sulla sinistra si ammira un'altra stupefacente tagliata artificiale di roccia che è la più grande di tutto il tratto fin qui descritto. Misura ben 36 metri di lunghezza per 25 di altezza.

 

Le opere più importanti di questo tratto si ammirano senza difficoltà dalla strada e si può intuire la traiettoria dell'intera strada. Quello che però non si sa osservando da questo punto e che lascia veramente stupefatti è che il tracciato dell'antica via Salaria esiste ancora, è perfettamente riconoscibile e percorribile.

Piano stradale ancora riconoscibileInfatti la dove la strada passava ha lasciato un'impronta indelebile poiché il fianco della montagna è stato scavato, tagliato e spianato e oggi l'antico piano stradale è ancora ben riconoscibile. Naturalmente non esiste più il manto stradale ne le grandi opere di sostegno e la via è praticamente un percorso pianeggiante a volte ridotto a sentiero e spesso invaso dalla vegetazione. Nonostante questo percorrere questo sentiero è veramente suggestivo e entusiasmante perché si riesce a immaginare benissimo come doveva svilupparsi l'opera e ci si rende conto di quali difficoltà furono superate trovandosi spesso a strapiombo su alti burroni o sotto imponenti tagliate di rocce.

Lungo tutto il percorso si ammirano diversi reperti: pietrame squadrato disseminato alla rinfusa, avanzi di muretti di sostegno a monte e a valle, pietre tagliate e squadrate, e soprattutto altri imponenti tagli perpendicolari di roccia sotto cui si passa.

Il percorso ha una difficoltà medio alta ed è consigliabile solo a chi ha dimestichezza con le escursioni in montagna. Alcuni tratti passano su alti dirupi, altri costringono all'attraversamento di fitta vegetazione.

Attraversamento di uno speroneTagliata di roccia nel boscoPer raggiungere la strada si deve salire sverso la tagliata di roccia descritta al punto 1 scalando un dirupo scosceso.Qui si ammirano da vicino la tagliata di roccia, l'incasso per la lapide, la nicchia, e il muraglione. Seguendo la direzione indicata da quest'ultimo si prosegue verso destra dove per un tratto la strada non è riconoscibile, ma continuando si arriva presto su un sentiero spianato.Si incontrano in questo tratto alcuni resti di muro di sostegno a monte e a valle. Il sentiero poi si allarga fino a prendere le sembianze evidenti di una strada piana di cui si intuisce chiaramente la careggiata. Si incontrano diversi resti di pietre tagliate e squadrate. In questo tratto ci si trova al di sopra del Masso dell'Orso (2).Proseguendo si raggiunge uno dei pinti più suggestivi in cui si passa tra la montagna a sinistra e un alto sperone di roccia a destra evidentemente tagliato artificialmente. Successivamente si passa ai piedi di altre impressionanti tagliate di roccia e si incontra un difficoltoso fosso superato il quale c'è un altro tratto di rocce tagliate. A questo punto ci si trova sopra lo Strambo del Paladino (3). La strada prosegue incontrando altri resti di muretti di sostegno fino a giungere alle impressionanti tagliate di roccia (4) con cui il percorso si conclude.

Ribadiamo che il percorso è per lunghi tratti agevole e godibile, mentre in alcuni punti non è affatto semplice, seppur non impossibile.

Clicca QUI per vedere l'inizio del percorso su google maps

Per vedere le foto del percorso archeologico visita la gallery



 
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