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Toni allarmati al convegno sul Marrone Antrodocano

News - Locali

cinipide_femminaA Borgo Velino si è tenuta la 40° sagra del Marrone Antrodocano nonostante la produzione quasi azzerata di quest’anno.

Questo l’argomento del convegno tenutosi l’11 novembre per volere dellla Coop. Velinia e che ha visto protagonisti fra gli altri anche il Sindaco Graziani e Vincenzo Regnini presidente della CCIAA di Rieti.

Al centro del dibattito la drammatica situazione della castanicoltura, importante risorsa economica e di promozione del territorio per i comuni di Borgo Velino, Antrodoco, Castel Sant’Angelo e Micigliano, drasticamente fiaccata dal 2009 principalmente a causa del cinipide, insetto infestante importato dalla Cina, ma anche da altre concause dovute alla cattiva gestione del problema.

Numeri alla mano nel 2013 la produzione si è praticamente azzerata dopo il già gravissimo calo del 78,3% del 2012. Per capire meglio basta dire che la media produttiva negli anni 2008-2009 era stata di 2200 quintali, scesi a 472 nel 2012 e a soli 32 nel 2013.

Principale causa ovviamente il cinipide, ma non mancano responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto arginare il problema.
Ne è convinta Ambra Quacchia, ricercatrice dell’Università di Torino che per prima ha allevato con successo in Italia il Torymus sinensis, antagonista del cinipide poi inserito in ambiente dal 2005 al 2012. La Quacchia afferma che il problema si sarebbe potuto arginare affrontandolo prima e meglio, con maggiore cognizione e un uso più efficace del denaro messo in campo.

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Sul tavolo del convegno anche tante altre iniziative. Si sono spesi 430mila euro da parte della Regione Lazio nel programma di lotta biologica, si soso eseguiti 60 lanci di Torymus destinati ad aumentare e sono in corso nuovi progetti per attingere a fondi europei.
Restano però anche questioni aperte e interrogativi irrisolti come la dichiarazione di stato di calamità per siccità e la questione DOP. Problema non da poco poi la legge nazionale che equipara i residui della pulitura dei castagneti ai rifiuti vietandone con severe sanzioni la bruciatura sul posto.

Resta da capire come e quando avverranno i nuovi lanci di Torymus e soprattutto si deve puntare alla formazione e all’informazione dei castanicoltori per renderli consapevoli del fatto che dati i lunghi tempi di riproduzione della specie antagonista, unica soluzione efficace, biologica e economica del problema, la ripresa della produzione sarà lenta e che i tempio fiorenti non torneranno prima di 5-10 anni.

 
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