Antica Via Salaria
"TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA".

Ed infatti le strade romane furono concepite in modo da partire tutte da Roma per ogni singola destinazione, come una stella, in modo da evitare che le province entrassero in contatto unendosi per ribellarsi all'Impero.

Allo scopo di realizzare percorsi il più brevi possibile, venivano creati tracciati rettilinei anche a costo di affrontare ostacoli naturali imponenti. Le strade non aggiravano gli impedimenti quali fiumi, paludi o pareti rocciose, ma gli architetti preferivano soluzioni dirette.
I corsi d'acqua venivano superati con ponti in pietra realizzati con archi, tecnica in cui i Romani erano maestri. Questi erano così ben costruiti che non solo sono giunti intatti sino a noi, ma molti vengono tutt'ora utilizzati!
Nei terreni paludosi si innalzava il livello della strada fino a due metri sopra la palude per mezzo di grandi riempimenti di pietre.
In prossimità di massi che ostruivano il cammino si ricorreva a gallerie scavate a mano (una di queste è tutt'ora percorsa da una strada statale in prossimità di Fano!).
Nei pressi di dirupi, terreni montuosi o collinari si ricorreva a grandi sbancamenti o tagli verticali netti delle rocce o a terrapieni sorretti da enormi muraglioni.
Nelle strette valli o nei passaggi montuosi, la strada veniva tenuta molto in quota in modo da scongiurare imboscate da parte di nemici.

Galleria del Furlo Ponte di Alcantara Tagliata a Donnas 

Altra prerogativa delle strade romane era che queste dovevano essere efficienti e durare a lungo, per questo la tecnica di costruzione era molto elaborata e precisa.
Le vie più semplici erano le viae terranea (in terra battuta) che a volte venivano ricoperte di ghiaia (viae glarea stratae). Le strade più importanti erano le strade lastricate, viae silice stratae. Tagliata a DonnasQueste strade avevano una struttura ben precisa e definita, originariamente sancita dalle XII Tavole (datate attorno al 450 a.c.): per esempio la larghezza media andava dai 4 ai 6 metri, potevano avere due marciapiedi (margines) laterali di 2/3 metri di larghezza circa o anche più. Avevano uno spessore che andava dai 90 ai 120 cm, ed erano formate da una massicciata di tre strati di pietre sempre più piccole, legate con malta (ciò per permettere una maggior resistenza e durata nel tempo), e dal piano stradale lastricato, costituito da uno strato di blocchi di pietra spianati e accostati. La costruzione iniziava con lo scavare un "letto" (gremium) tra due solchi, i quali ne delimitavano la larghezza, nel quale sarebbero stati posati i vari strati di pietre. Tagliata a DonnasLo strato più basso, era composto da pietre molto grandi come sassi ed era detto statumen, il secondo chiamato ruderatio era formato da ciottoli di medie dimensioni, il terzo da ghiaia mista ad argilla detto nucleus, ed il quarto era il vero e proprio manto stradale chiamato pavimentum: esso era composto da lastre grosse e piatte incastrate perfettamente tra loro e unite da brecciolina in modo da assorbire l'acqua piovana. Inoltre la parte centrale della carreggiata era a schiena d'asino per favorire il deflusso dell'acqua.
Nei percorsi che attraversavano le valli, i passi montani e le paludi la tecnica costruttiva poteva variare a seconda della morfologia del terreno ma sempre mantenendo le prerogative di robustezza e resistenza. La strada era sorretta a valle e protetta a monte da piccoli o giganteschi muraglioni in pietre spesso mastodontiche, incastrate perfettamente tra di loro. Questi potevano formare dei terrapieni su cui poi le strade venivano adagiate.

Dopo duemila anni il cemento che i Romani misero fra le pietre si è consumato, dandoci l'idea di una superficie su cui si viaggiasse molto male con un carro, ma la strada originale era di certo quasi liscia. Queste notevoli strade erano resistenti alla pioggia, al gelo e alle inondazioni, e non avevano bisogno o quasi di riparazioni, come si può ben vedere ancora oggi, dopo due millenni!

Percorso alla scoperta dei resti
nell'Alta Valle del Velino

Per capire meglio:



Le strade e i Romani



Storia della Via Salaria


La Salaria nell'
Alta Valle del Velino

Fonti:

        Viaggio archeologico sulla via Salaria  di Niccolò Persichetti
        Posta nell'Alta Valle del Velino di Don Giulio Mosca
        Strade romane, storia e archeologia di Basso Patrizia
        Le strade dell'Italia romana del Touring Club Italiano
        Antiche strade - Lazio - Via Salaria di Giovanna Alvino