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battaglia_rieti_antrodocoIeri, mercoledì 25 febbraio 2015 alle ore 15:00 presso la caserma “A. Verdirosi” di Rieti, Lino Martini ha presentato il suo libro "Sulla

battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821”.

Il volume rappresenta uno studio critico sulla Prima battaglia del Risorgimento italiano combattuta alle porte di Rieti  il 7 marzo 1821 conclusasi tre giorni dopo nelle gole di Antrodoco.

Un originale percorso storico-critico che analizza rigorosamente i fatti accaduti con un pizzico di curiosità in più, evitando di riproporre una storia già ampiamente trattata. L’autore, infatti, si sofferma sulla figura di Guglielmo Pepe in tutte le sue sfaccettature aggiungendo, secondo quanto da lui riportato – «ulteriori elementi di valutazione, finalizzati in buona sostanza a riequilibrare il giudizio sulla figura e l’azione del generale napoletano, il cui valore militare ed umano dovrebbe essere misurato non soltanto sulla base di una disfatta, ma anche tenendo conto delle disastrose decisioni assunte dai governanti napoletani e dei ripensamenti sulla conduzione della guerra da parte dei vertici militari del Regno, a cui Pepe fu completamente estraneo. Insomma, il personaggio che ho proposto in questa monografia è a tutto tondo, con pregi e difetti, spinto all’azione, persino temeraria, per difendere la libertà e l’indipendenza del suo Paese».

Scrivere questo libro è stata «l’occasione per descrivere alcuni aspetti economici e politici della società dell’epoca, che ci aiutano a comprendere il disinteresse delle popolazioni locali prima sulla Rivoluzione del 2 luglio 1820 e poi sullo scontro armato di Rieti, che lasciò tra i residenti del posto tracce inequivocabili, che ho rinvenuto in documenti originali dell’epoca, molti dei quali ancora inediti. Il racconto della battaglia e delle sue fasi, il ripiegamento dei Napoletani e l’avanzare degli Austriaci fino all’occupazione di Napoli si basano sulle “Memorie” di Guglielmo Pepe e sui “Bollettini” ufficiali dell’Armata austriaca e dell’Armata napoletana, vale a dire sulle uniche testimonianze dirette dello scontro, tramandate dai medesimi antagonisti. L’analisi critica – continua Martini – ha lo scopo di meglio descrivere l’intera vicenda, restituendo una qualche credibilità alla narrazione di Pepe che, a giudizio di molti storici, contemporanei e non, avrebbe minimizzato gli effetti della sconfitta».

«Poiché le versioni dei contemporanei Colletta e Carrascosa, che non vi assistettero, ma vi ebbero parte attiva (in quanto Ministro della guerra il primo e comandante del Primo Corpo d’Armata il secondo), erano di segno contrario, la storiografia dell’epoca e quella successiva dettero credito a loro due, relegando la narrazione di Pepe nel limbo della storia. Era fatale, pertanto, che sul generale cadesse il sospetto di aver mistificato la verità, esponendo i fatti a suo esclusivo vantaggio. Così – sottolinea Martini – sorsero dubbi persino sul reale svolgimento della battaglia alle porte di Rieti e per lunghissimi anni si pensò che, se scontro vi fu, questo avvenne nelle gole di Antrodoco, dove in realtà vi fu soltanto l’epilogo di uno scontro, già iniziato e combattuto a Rieti, il cui svolgimento fu in buona sostanza secondo le dinamiche ed i tempi descritti da Pepe».